Marco Poli (del 07/11/2007 alle 17:42:14, in Articoli, visitato 2470 volte)
Nel 1757, in vista della discesa della Madonna di San Luca, il cardinale legato Serbelloni impartì le solite disposizioni: chiusura delle botteghe situate lungo il percorso e obbligo agli abitanti di “nettare” strade e portici; obbligo per i venditori ambulanti di ciambelle, acquavite e frutta, di stare lontani 80 pertiche (una pertica=3,8 metri) perché le loro grida disturbano la processione; divieto ai banchetti dei venditori di stare lungo il percorso o davanti alle chiese; divieto alle prostitute di partecipare alla processione, e a carri, carrozze e calessi di fermarsi in piazza Maggiore. Ma la grande novità, quell’anno, fu un’altra. Infatti, l’arcivescovo di Bologna Vincenzo Malvezzi Bonfioli, introdusse – su impulso di papa Lambertini – una vera e propria rivoluzione: l’abolizione del velo bianco che proteggeva l’immagine della Madonna di San Luca. La Madre Vicaria del Convento del Monte della Guardia rimase quasi sconvolta, paventando che ciò potesse provocare il castigo di Dio. Ma l’Arcivescovo Malvezzi la tranquillizzò dicendo che i fedeli guardando il viso della Madonna ne avrebbero ricavato una ancor maggiore devozione. E così, 250 anni fa, la Madonna di San Luca perse il velo.
Marco Poli (del 09/10/2007 alle 12:56:11, in Articoli, visitato 1423 volte)
Ricordiamolo ascoltando l'«Inno dei lavoratori», scritto da Filippo Turati (1857-1932) nel 1886 su musica di Amintore Galli. L'inno fu composto, quindi, prima della nascita del Partito Socialista (1892). Siccome d'ora in poi sarà difficile poterlo ascoltare, assieme ad altre famose e analoghe composizioni, manteniamo viva la memoria cliccando qui sotto...